Mi chiamo Antonio Palmarini e sono nato il 20 Giugno del 1986

A Collecorvino, un piccolo paese in Provincia di Pescara in Abruzzo. 

Da bambino sognavo di giocare a calcio e diventare un campione, ma a causa della mia scarsa salute, i medici ed i miei genitori mi impedirono, almeno inizialmente, di provare ad inseguire questo mio sogno. 

Dovetti lottare con le unghie e con i denti per convincerli arrivando persino a non mangiare per giorni pur di raggiungere il mio obiettivo.

Alla fine vinsi io!

Fisicamente e tecnicamente nella media, grazie al duro lavoro, alla diligente costanza e alla resilienza, all’età di 17 anni entrai nella nazionale Under 18 Italiana

Se in campo ero un leone, nella vita di tutti i giorni ero molto chiuso in me stesso. 

Provavo un profondo senso di vuoto da cui cercavo di scappare e che nascondevo dietro la figura dello sportivo con discreto successo.

Tutto questo si tramutava in un comportamento da piantagrane a scuola e difficile con le persone, soprattutto con quelle a me più vicine. 

Ma da li a poco, avrei dovuto fare i conti con me stesso e con questa parte maledettamente antipatica

12 anni di duro lavoro spazzati via da una malattia rara

All’eta di 19 anni infatti, nel pieno della mia carriera, mi fu diagnosticata una malattia molto rara alla cartilagine delle ginocchia e dovetti operarle chirurgicamente entrambe…

...FU UNO DEI PERIODI PIÙ BRUTTI DELLA MIA VITA PERCHÉ DI COLPO, STAVA SCOMPARENDO LA MIA UNICA CERTEZZA PER CUI AVEVO LAVORATO NOTTE E GIORNO NEGLI ULTIMI 12 ANNI!

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Cosa avrei fatto della mia vita? Non sapevo fare nient’altro che giocare a calcio.

Sapevo di dover trovare delle soluzioni alternative, era il momento di mettere a fuoco un’altra strada, ma mi rifiutavo di accettare la realtà dei fatti. 

Avrei giocato a calcio da professionista, con o senza le mie ginocchia continuavo a ripetermi come un ritornello nella mia testa. 

I medici però la vedevano diversamente. 

Entrai in uno stato di profonda depressione e commiserazione. 

Passavo il tempo a chiedermi perché fosse successo a me e me la prendevo con tutte le persone a me vicine, come se fosse loro la colpa dell’accaduto. 

Mi rifiutavo di andare avanti, cercavo ingenuamente una soluzione che mi riportasse indietro nel tempo e che cancellasse con la bacchetta magica tutto l’accaduto.

Cosa potevo fare?

Provai ad iscrivermi all’università, ma quel mondo non risuonava con le mie corde, ero come un pesce fuor d’acqua. 

Mi sentivo fagocitato dalla vita in cui non c’era più un posto sicuro per me. 

In realtà, il problema non era quello che mi era accaduto, ma io che rifiutavo di entrare in contatto con altre possibilità.

Così un giorno, mentre ero sdraiato sul letto, sempre più depresso, accadde un episodio destinato a cambiare la mia vita per sempre.

Venne a trovarmi mio cugino Daniele, più grande di me di qualche anno, per tirarmi un pò su di morale e mi porto in regalo un libro. 

Un libro: il regalo non desiderato che mi ha cambiato la vita

Ringraziai fingendo di essere felice del regalo, e lo poggiai sul comodino a prendere la polvere; non avevo nessuna intenzione di leggerlo. 

Prima di andare via Daniele mi disse: “quel libro mi ha aiutato, aiuterà anche a te!”.

Passarono diversi giorni, e una notte, insonne come tante altre di quel periodo, vidi il libro, lì dove lo avevo lasciato a prendere la polvere.

Lo afferrai titubante, “Leader di te stesso” di un certo Roberto Re, quello era il titolo.

Mi chiesi che cosa significasse leader di te stesso, ma non seppi rispondermi.

Preso dalla disperazione iniziai a leggerlo, non avevo più niente da perdere oramai.

Fu devastante, il libro sembrava conoscermi meglio di chiunque altro.

Parlava di me e di quanto ero lontano dall’essere una persona di successo.

Mi fece capire una cosa molto importante che fu per me una vera rivelazione: Non è quello che ti capita a determinare il tuo futuro, ma quello che fai con quello che ti succede. Quindi ero io ad avere potere sulla mia vita, non gli altri, o le situazioni, o qualsiasi altra cosa.

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Da li in poi non mi fermai più, la lettura divenne una delle mie migliori alleate.

Tutto questo processo ebbe un grande impatto sulla mia vita e mi fece ottenere da subito un piccolo risultato che confermava che quella, era la strada giusta.

Infatti durante la seconda operazione al mio ginocchio destro recuperai nella metà del tempo rispetto a quella del sinistro, nonostante i danni fossero maggiori.

Ottenni questo risultato grazie al mio nuovo atteggiamento positivo e propositivo, sviluppato grazie alla lettura e l’applicazione dei principi che avevo imparato.

A quel punto, accettai persino la possibilità che il mio sogno di essere un calciatore professionista non si sarebbe realizzato.

L’ardente desiderio di diventare un imprenditore:

La prima opportunità che vidi apparire davanti a me fu quella del Multi Level Marketing.

Fu molto difficile per me immergermi in questa nuova realtà.

Parlare con persone sconosciute, imparare a vendere l’idea imprenditoriale, costruire e gestire un team, farsi dare fiducia dagli altri che mi conoscevano come Antonio calciatore e non imprenditore.

Arrivarono così innumerevoli e dolorose cadute che mettevano ogni volta in dubbio la mia convinzione di farcela.

Era maledettamente difficile uscire fuori dalla mia zona di abitudine.

Per anni avevo inseguito un pallone e avevo contato solo su me stesso, ora dovevo aprirmi al mondo.

Tutti i miei amici, invece di incoraggiarmi, mi dicevano di lasciar perdere e che non avrebbe funzionato.

Molti mi derisero.

Altri mi contrastarono concretamente cercando di mettermi, ogni volta, il bastone tra le ruote.

La mia famiglia non mi capiva, continuava a criticarmi per le mie scelte e per i miei fallimenti.

La mia fidanzata diceva che avrei dovuto riprendere gli studi e lasciar perdere la mia nuova ridicola attività.

Le persone che ritenevo mie alleate, in realtà furono i miei principali, feroci, oppositori.

Nessuno sembrava capire che invece, io, avevo bisogno di farcela, di dimostrare a me stesso che non ero un buono a nulla, capace solo di dare un calcio ad un pallone. Ero assalito dai dubbi, più passavano i giorni e più pensavo che forse le persone intorno a me avessero ragione.

Avevo bisogno di trovare delle risposte velocemente.

Quelle che cercavo, forse si trovava in un corso di formazione sulla crescita personale, che l’azienda con cui collaboravo avrebbe tenuto da lì a poco.

Unico piccolo problema…

...non avevo il denaro sufficiente per partecipare, stavo per mollare la presa.

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Le risposte che cercavo erano in un corso di formazione che non potevo permettermi​

Per un attimo immaginai di arrendermi e tornare alla mia vecchia vita.

Forse mi sbagliavo, forse quel libro si sbagliava, probabilmente io non avevo le capacità per riuscire, sarebbe stato meglio ascoltare la mia famiglia, i miei amici e la mia fidanzata, loro si che sapevano cosa era giusto per me.

Così mentre buttavo tutto all’aria, l’intervento di un mio collega nell’attività, mi tenne aggrappato al mio desiderio di farcela e buttai il cuore oltre l’ostacolo.

Firmai con “il sangue” cinque assegni post datati con la consapevolezza di non avere il denaro sufficiente per coprirli e la speranza di riuscire a ripagarli con i guadagni futuri dell’attività.

Fu uno degli investimenti migliori di tutta la mia vita!

In quella formazione di tre giorni, non solo trovai le risposte, ma successe anche un episodio in grado di cambiare definitivamente le regole del gioco

Avevo appena finito uno degli esercizi in cui ognuno di noi doveva tenere un discorso di cinque minuti davanti a tutti gli altri. 

”Ragazzo, tu hai la stoffa per sfondare”

Un uomo di grande successo in quel settore, che stimavo tantissimo, si avvicino a me, mi poggio la mano sulla spalla e guardandomi negli occhi mi disse:” Ragazzo, tu hai la stoffa per sfondare”.

Quelle parole suonarono dentro di me come un inno di consapevolezza. Rimasi immobile, in silenzio, nessuno aveva mai osato farmi un complimento così bello e onesto.

Mi chiesi se davvero avessi la stoffa, oppure se si sbagliasse.

Non ricordo bene il motivo, ma decisi di credere a quell’uomo, che senza saperlo, fu in grado di rendermi consapevole che anch’io potevo farcela cambiando per sempre il corso della mia vita.

E ce la feci! Riuscii a ripagare i corsi con il denaro guadagnato e finalmente arrivò anche qualche piccola, ma allo stesso grande, soddisfazione.

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A 22 anni fondo la mia prima azienda

Un giorno mentre cercavo, un mio amico mi parlò dell’opportunità di entrare in un settore emergente avviando un’attività tutta mia.

Bingo!

Ricordo vividamente che non avevo il becco di un quattrino e la mia situazione familiare era tutt’altro che stabile.

Come al solito, tutti intorno a me cercarono di scoraggiarmi nell’intraprendere quel percorso.

Mi ricordavano quanto sarebbe stato rischioso avviare un’attività, che c’era la crisi, che quel settore oramai era già finito e altre inutili considerazioni.

Una sera udii chiaramente i miei genitori mentre parlavano di me e criticavano aspramente la mia iniziativa. temevano che io fallissi. mi ritenevano privo delle caratteristiche giuste per riuscire.

Questo mi ferì profondamente nella fiducia.

Fu come una lama di spada fredda che trafigge il cuore di un povero animale indifeso.

Allo stesso tempo però, mi diede la forza di voler dimostrare che si sbagliavano.

Furono proprio le loro parole infatti, che come benzina che brucia e non si spegne mai, mi tennero a galla nei momenti più difficili che di li a poco avrei vissuto.

Così memore delle lezioni passate e più consapevole delle mie capacità, convinsi mio padre a mettere una firma per garantirmi il prestito di 30.000€ che sarebbero serviti ad allestire il mio negozio.

Dopo qualche mese, con il mio primo socio storico Matteo avviammo il tutto.

L’entusiasmo iniziale, presto si trasformò in sconforto.

L’attività bruciava denaro e il tutto si sommava ad un momento familiare difficile, che rese questo momento uno dei più bui di tutta la mia vita il mio commercialista mi consiglio addirittura di chiudere l’attività.

Ero fermamente convinto, che avrei potuto farcela ad uscirne, ma avevo bisogno di tutto il mio focus e di tutte le risorse fisiche e mentali. 

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Diverse volte mi trovai sul punto di mollare...

…ma in quei momenti mi tornavano in mente le parole dei miei genitori, dei miei vecchi amici e della mia ex fidanzata.

E così ogni volta rinascevo dalle ceneri come una fenice.

Nel giro dell’anno successivo, l’attività inizio a produrre i primi utili e nei di due anni successivi a quella scelta, avevo aperto il secondo punto vendite.

Ancora ricordo vividamente l’emozione che provai quando capii di avercela fatta.

Ricordo il sapore amaro delle lacrime di gioia che scendevano dal mio viso.

Fu una delle emozioni più belle della mia vita e mi ripagò di tutti i sacrifici che avevo compiuto negli ultimi anni.

Apro il secondo punto vendita, poi il terzo, il quarto ecc... arrivando ad avere 8 attività e non solo

Da lì in poi tutto si fece più facile, continuai ad aprire negozi fino ad arrivare ad avere 8 punti vendita, sono diventato consulente del Brand con cui collaboravo.

Il premio non fu solo economico.

Se da un lato avevo lasciato andare degli amici, dall’altro ne trovai degli altri più in linea con la mia visione di vita.

Ma soprattutto, ottenni la stima della mia famiglia diventando per loro un punto di riferimento vero.

La storia non si ferma qui, infatti negli ultimi anni ho fondato diverse nuove aziende scoprile tu stesso:

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